Studi, ricerche, collaborazioni
Summer School in Archeologia dell’Architettura
Cattedra di Archeologia Medievale
Università di Trento
2021, 2022, 2023
Rilievo fotogrammetrico con il drone delle strutture murarie e dell’Ala Clesiana per lo studio delle unità stratigrafiche murarie.
Contributi di pensiero
APSAT 2013
APSAT 4. Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 1. A cura di Elisa Possenti, Giorgia Gentilini, Walter Landi, Michela Cunaccia, SAP – Società Archeologica – Progetto Apsat “Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini”, Provincia Autonoma di Trento, 2013
Raccontare la vita nei castelli italiani ad Hanoi
LA COREA DEL SUD IN VISITA A CASTEL PERGINE
PER IL PROGETTO YOUTH FUTURE EXPLORER 100
Martedì 1 ottobre la Fondazione Castel Pergine Onlus incontrerà per un’intervista dei rappresentanti del progetto “Youth Future Explorer 100” indetto lo scorso marzo da Chosun-Ilbo, uno dei maggiori quotidiani della Corea del Sud con una tiratura giornaliera di oltre 1.300.000 copie.
Questo progetto è nato per offrire a 100 giovani coreani opportunità illimitate di esplorare il mondo, in particolare di approfondire la conoscenza delle aree in cui credono che il futuro si stia formando su base continuativa. I 100 giovani esploreranno in totale 192 paesi di sei continenti senza limiti su regioni e argomenti ed avranno a disposizione una settimana per completare le loro missioni.
Ogni giovane sarà abbinato a un reporter del Chosun Media Group (composto da Chosun Ilbo, TV Chosun e Chosun Biz) che fungerà da mentore o guida per le missioni. Il completamento del progetto è previsto entro marzo 2020, in occasione del centenario del quotidiano Chosun-Ilbo.
L’iniziativa di acquisto comunitario del Castello di Pergine sarà oggetto di approfondimento nel pomeriggio di martedì 1 ottobre in occasione della visita di una studentessa dell’ultimo anno della Yonsei University di Seul che si sta specializzando in economia e antropologia culturale. Insieme al suo tutor hanno individuato Castel Pergine come un esempio di economia etica e sostenibile e sono rimasti particolarmente colpiti dal progetto di finanziamento comunitario e dalla collaborazione di rete con vari soggetti e istituzioni. La loro visita a Castel Pergine sarà quindi l’occasione per incontrare vari rappresentanti locali al fine di raccogliere informazioni utili allo sviluppo tema dell’impresa sociale, attualmente emergente in Corea del Sud.
I CANTIERI DI RESTAURO, 2009-2013
[…]
Trovare un edificio restaurato o che dopo il restauro conservi fascino e atmosfera, è cosa assai rara e forse proprio nella difficoltà di scoprire questi tesori potrebbe consistere la prossima frontiera del lusso.
Se si potesse dare un valore allo scricchiolio, alla consunzione e al profumo delle assi dei pavimenti di legno, alla patina sulle maniglie d’ottone, agli strati di tinta sovrapposti sui muri, ai licheni sulle pietre, alle deformazioni ottiche che i vetri antichi offrono limitando lo squallore di quanto fuori ci attende o amplificando la magia dei luoghi, se ciò accadesse, l’albergo Castello di Pergine dovrebbe dotarsi di un’insegna particolarmente lunga per ospitare tutte le blasonate stelle che gli spetterebbero. […]
(arch. Fabio Campolongo)
Cinzia Broll, Fabio Campolongo, Il restauro del castello di Pergine. In Monumenti. Conoscenza, Restauro, Valorizzazione, 2009-2013, Provincia Autonoma di Trento, Soprintendenza per i Beni culturali, Ufficio Tutela e Conservazione dei Beni architettonici – Ufficio Giuridico-amministrativo, aprile 2015, pp. 447-471. [link]
18 dicembre 2018, Teatro Comunale di Pergine
Intervento di Carmelo Anderle, CdA Fondazione CastelPergine
Circa 25 anni fa con due assessori comunali del tempo ed un addetto stampa ci siamo trovati alla Rotonda, mitico locale di Pergine. Avevamo saputo che due svizzeri erano arrivati al castello per una nuova gestione. Ci siamo detti “andiamo su a fare conoscenza”.
Io, giovane forestale, ho proposto di tagliare tutti gli abeti rossi, numerosi, che facevano bella mostra fra le due cerchie di mura: erano alti, filati e pericolosi in caso di vento, sia per le persone ma anche in particolare per il castello. Il Theo ha detto subito di sì, volentieri, abbiamo venduto il legname e con i soldi abbiamo comperato le panchine ed i cestini in lamiera stirata, forata, che sono ancora presenti.
È iniziata una lunga e fattiva collaborazione, sono state pulite le mura dall’edera, installate le luci, asfaltata la strada, illuminati gli alberoni sulla salita, aperto il Pra del Croz de l’Oz Cuel.
Poi, in virtù di una convenzione stipulata dai proprietari con il Comune, per l’uso pubblico di parte della proprietà, sono iniziati anche gli interventi di restauro veri e propri seguiti da tecnici locali in collaborazione con il Servizio Beni Culturali: sono stati fatti tanti lavori.
Abbiamo costituito l’Associazione Amici del Castello con lo scopo di avvicinare il Castello ai Perginesi…
Alla fine del 2017 il castello si presentava bene, senza vincoli o ipoteche, in buono stato di salute, ben avviato come albergo e ristorante, conosciuto in mezza Europa.
Sarebbe stato un peccato buttare all’aria il lavoro, faticoso, di Theo e Verena, che per 25 anni, giorno e notte, si sono occupati del castello.
Allora ci siamo detti… bisogna fare qualcosa
E così è cominciata questa avventura, una pazzia a detta di molti… e concordo.
Adesso il castello è nostro, NON DI NOI CINQUE, quelli del Comitato, ma della Comunità Perginese, è un BENE COMUNE, moderno, una Fondazione Onlus.
Dobbiamo volere bene a questo monumento, che ci è stato tramandato dai nostri padri, anche loro si sono mossi in questa direzione, altrimenti non ci sarebbe più, come tanti altri castelli che sono letteralmente spariti.
È anziano, dobbiamo volergli bene, coccolarlo, proteggerlo, sorvegliarlo, curarlo se ce ne fosse bisogno.
Dobbiamo sentirlo nostro, parlarne bene, solo bene, ed esaltarlo quando siamo via da Pergine.
Dobbiamo essere orgogliosi di essere di Pergine e di avere un bel castello…il più bello!!!
E per questo c’è bisogno dell’aiuto e della collaborazione di tutti, ciascuno per le proprie competenze e capacità.
Voglio ringraziare ancora una volta tutti quelli che hanno creduto in questa operazione, fattivamente o anche solo idealmente, quelli che hanno lavorato alla luce e quelli invisibili dietro le quinte, quelli che hanno dovuto subire il nostro nervosismo, la nostra assenza, i nostri errori, ma ci hanno sopportati comunque, tra questi e non ultimi il Comune, la Cassa Rurale, la Provincia di Trento.
Voglio ringraziare anche tutti quelli che non ci hanno creduto o sono rimasti indifferenti, perché ci hanno fornito ulteriori stimoli…
Voglio ringraziare anche i miei quattro compari di cordata, perché so quanto hanno lavorato.
Voglio ringraziare il Theo e la Verena che ce lo hanno lasciato in eredità.
E la famiglia Oss, le sorelle e la mamma, che da subito hanno creduto in questa operazione per onorare le volontà del signor Mario Oss…. per lo sviluppo di Pergine e della Valsugana
Voglio ringraziare i due giovani camerieri, che si sono resi disponibili e che adesso ci assisteranno!!!
Riflessione di don Remo Vanzetta, benefattore della Fondazione CastelPergine
RV alla I Assemblea / Festa della Firma dell’Acquisto – Conquista del Castello di Pergine – 18.12.2018
Parlo qui, in q. occasione, in q. assemblea, non come ex parroco, ma come cittadino di Pergine, come sono ancora ufficialmente, almeno fin che mi accettano.
Domenica scorsa – III di Avvento – mi sono imbattuto in quanto avevo scritto e detto alla festa della proclamazione di Pergine – Città. Pensate era la stessa data, stessa domenica – III di Avvento – ma di sei anni fa: 16 dicembre ma del 2012 –.
Mi riallaccio a quanto avevo detto allora.
Il titolo di città non aumenta la grandezza di Pergine, che di grandezza ne ha già di suo, ma costituisce un salto di qualità nella vita di questo Borgo. Perché a me il titolo di città e cittadino, di civitas e cives, di polis, richiama i liberi comuni del medioevo, richiama partecipazione, richiama democrazia, richiama uguaglianza, fraternità, e libertà. È soprattutto in questo che siamo e dobbiamo diventare città.
Valori questi e prassi che sono nella mia pancia (mi sento sempre e ancora a disagio di fronte ai ricchi e ai nobili o a quanti si tirano fuori, si chiamano fuori dagli altri…), valori questi di cooperazione che sono in me molto profondi, ereditati dall’esperienza di 800 anni di democrazia nella Magnifica Comunità della mia Valle, democrazia difesa con i denti di fronte al Principe-Vescovo, di fronte ai Francesi, ai Bavaresi, di fronte all’Austria – …… –
Una storia simile mi pare possa vantare anche il Comune di Pergine.
Ebbene l’acquisto del Castello – posso parlare della conquista del castello? – da parte della gente di Pergine, della Città di Pergine, dei cittadini di Pergine (ovviamente con le solide spalle e armi e risorse della Provincia, del Comune e della Cassa Rurale) mi pare costituisca un altro notevole salto di qualità nella vita di questo borgo.
Allora – diciamo nel Cinquecento – erano tre i poteri che in passato giocavano alla tria sul nostro territorio: il Municipio, la Pieve e il Castello, cioè il Potere Comunale, il Potere ecclesiastico e il Potere del Principe e dei suoi feudatari.
Voi oggi avete conquistato il Terzo potere.
In Fiemme ancora nel 1200 avevano eliminato i Nobili e i loro castelli (di uno, sostituito da una chiesa, è rimasto solo il nome); con la secolarizzazione – nell’ottocento – il Palazzo del Principe-Vescovo è diventato il Palazzo della Magnifica Comunità.
Voi non avete demolito il Castello, ma l’avete conquistato e lo avete reso Casa del Popolo, magnifica casa della comunità.
Allora – 6 anni fa – era stato inaugurato da poco il nuovo teatro – avevo detto (al sindaco Anderle poco prima): “il teatro per un Comune è come la chiesa per una Parrocchia”. Ora aggiungo: ora avete, oltre che una chiesa, avete anche un campanile.
Si dice che il campanile di Pergine – 50 metri – si veda da quasi tutti i campanili del Decanato, della Pieve. Ebbene penso che il Castello possa diventare il campanile, la bandiera che si vede effettivamente da tutto il Perginese, da tutto il Comprensorio.
Il Castello può diventare la bandiera, l’emblema, ‘l rocol, il simbolo della storia, della vita, della attività, della operatività, della laboriosità, della creatività della gente di Pergine e del Perginese; la “conquista” del castello è stata una prova generale della cooperazione, dell’insieme si può.
Sto pensando ora alle varie realtà cooperative storiche e recenti della zona: dalla Cassa Rurale all’Azienda Elettrica, dagli Usi Civici ai Boschi alle Malghe, dai Magazzini ai Piccoli Frutti …
Non è che il Castello può diventare un motore di un nuovo turismo, sempre più aperto e internazionale? potrebbe il Castello diventare un luogo di incontro tra popoli e lingue e un stimolo alla pace, come è nella sua vocazione? (e come è stato di recente per l’Arge-Alp?). E le pendici del castello non potrebbero diventare terreno di ricerca e coltivazione e mostra per i piccoli frutti (fiore all’occhiello della nuova cooperazione)? Non è che l’ipotizzato riscaldamento del castello può diventare invenzione di energie alternative? vera officina di un nuovo vulcano ecologico?
Non so come esprimere tutto il mio e nostro grazie a quanti ci hanno portato a questi risultati e a quanti continueranno a credere al futuro del castello e gli assicureranno ancora qualche secolo di storia….
RV alla proclamazione di Pergine Città – c/o CRP – h 14.30 – 16 dicembre 2012 – 3 a domenica di avvento – c
Stamane, nell’altro polo di questa città – la Chiesa rispetto al Municipio -, ricorreva la Messa Gaudete, Rallegratevi. Il colore dei paramenti era rosaceo. Sia il titolo della Messa, sia il colore rosaceo, li considero di buon auspicio per questa coincidenza. Abbiamo pregato la preghiera per la città perché questo evento sia gioia e festa per Pergine e per il suo futuro.
Il titolo di città non aumenta la grandezza di Pergine, che di grandezza ne ha già di suo, ma costituisce un salto di qualità nella vita di questo borgo. Perché a me il titolo di città e cittadino, di civitas e civis, di polis, richiama i liberi comuni del medioevo, richiama partecipazione, richiama democrazia, richiama uguaglianza, fraternità, e libertà. È soprattutto in questo che siamo e dobbiamo diventare città.
Valori questi e prassi che sono nella mia pancia, che sono in me molto profondi, ereditati dall’esperienza di 800 anni di democrazia nella magnifica comunità della mia valle, democrazia difesa con i denti di fronte al Principe-Vescovo, di fronte ai Francesi, ai Bavaresi, di fronte all’Austria – Un giorno l’ho detto al Vescovo Sartori che vengo da una valle che ha combattuto sempre con il principe-vescovo, pur rimanendo fedele a Cristo e fedeli al vescovo, se non al principe.
Una storia simile mi pare possa vantare anche il Comune di Pergine. Erano tre i poteri che in passato giocavano alla tria sul nostro territorio: il Municipio, la Pieve e il Castello. Mi pare che adesso il Castello sia sostituito dal potere economico che trova il suo cuore in questa Cassa Rurale che ci ospita per q. cerimonia. Con la differenza che questa Cassa non è più un castello, ma è una casa tra le case, un’associazione che procede anch’essa con la legge comunitaria e solidale dell’«insieme si può».
Ho accennato prima all’altro polo di questa città: la chiesa. Mi sono ricordato di una considerazione fatta in occasione dell’incontro del Papa con la città di Trento (città della quale nel 1995 era Sindaco il Presidente Dellai): Vedo la città come una elisse con due fulcri, due poli: Il Comune e la Chiesa.
Ho ben presente, come ho detto prima, la distinzione dei ruoli dell’uno e dell’altra – e l’ho detto prima con l’esempio d. Val di F. – Però vorrei che fosse tenuto presente che queste due realtà servono le stesse persone, insieme cittadini e cristiani; che la preoccupazione per il bene comune dovrebbe essere di tutti e due; che in ogni programma di settore, di partito (e di parlamentare), il bene di tutti dovrebbe occupare almeno il 75% dell’insieme; che né la chiesa e le sue attività, né il mondo del volontariato dovrebbe essere trattato come semplicemente privato – non per niente si parla di “privato sociale” ma il termine è ancora insufficiente, perché non è “privato” – ; e poi vorrei che fosse apprezzata la forza educativa della fede, della chiesa.
(Quando è stato fondato l’ALFID (Associazione Famiglie in Difficoltà, cioè di Separati), una sig.a divorziata non credente era andata dal Vescovo a dirgli: “voialtri preti che pure avete un po’ di colpa nella emarginazione delle nostre famiglie … avete grandi risorse educative e allora fate qualcosa per noi” …) “Educare buoni cittadini e buoni cristiani” era l’obiettivo di d. Bosco.
Un’ultima considerazione: una volta ho detto al Sindaco Anderle: il comune ha bisogno di un municipio, una piazza e un teatro: il teatro per un C. è come una ch. per una parrocchia. Finalmente mi pare che q. elevazione al rango di città coincide quasi con l’inaugurazione del teatro: anche il Comune ha finalmente la sua chiesa. E sono lieto che ciò coincida con il ringiovanimento della ns. chiesa parrocchiale: per il quale devo ringraziare i tre rappresentanti: della PAT, del Comune e della CRP.